Biodanza

Negli anni sessanta un uomo colto e illuminato, forse anche un po’ fuori dal comune, ha inventato questa dottrina.
Rolando Mario Toro Araneda é nato a Concepción (Cile), il 19 Aprile 1924 e ci ha lasciato, con la sua eredità, il recente 18 Febbraio 2010.
Ha tenuto la Cattedra di Psicologia dell’Arte e dell’Espressione nell’Istituto di Estetica della Pontificia Università Cattolica del Cile.
Come Docente del Centro di Antropologia Medica alla Scuola di Medicina dell’Università del Cile ha realizzato ricerche su “Espressioni dell’inconscio”, “Arte delle origini”, e sugli stati di “Espansione della coscienza”.
È stato nominato Professor Emerito dell’Università Aperta Interamericana di Buenos Aires (Argentina).
È stato l’ideatore del Sistema Biodanza, praticato in tutta l’Europa, in Asia e in America Latina.
Rolando Toro era, inoltre, poeta e pittore; egli ha pubblicato libri di poesia e di psicoterapia, e ha realizzato esposizioni di pittura in Brasile ed in Europa.
Rolando Toro attingeva la sua ispirazione da fonti antropologiche ed etologiche. I fondamenti teorici della Biodanza vanno cercati nella biologia, scienza della vita. Il termine Biodanza significa “danza della vita”.

Biodanza

Effettivamente chi non sa cos’è Biodanza potrebbe avere qualche difficoltà a capire appieno di cosa si tratta perché non è inquadrabile in categorie o filoni di attività; peraltro anche provando non si può comprendere immediatamente ma va sperimentata e vissuta gradualmente.

In sostanza cos’è questa invenzione?

È un insieme di movimenti di vario genere, a suon di musica, da eseguire secondo tre diverse possibilità: da soli, a coppie, in gruppo. In ogni caso anche da soli con il resto del gruppo fermo a osservare. Pur sentendo il ritmo non esistono né tecnicismo né passi o movimenti prefissati come nel ballo e nelle danze propriamente detti. Esistono però delle istruzioni che forniscono gli istruttori. E quelle sono forse le uniche regole da rispettare, oltre ovviamente al buon gusto ed al comune buon senso.
Rolando Toro ha coniato apposta una serie di termini particolari, alcuni addirittura quasi inventati, per rendere meglio l’idea di molti concetti ed azioni fuori dal comune.

Conduttore o Facilitatore

È semplicemente l’insegnante o l’istruttore, che in biodanza è definito con questi termini, forse per differenziarne la figura da quelle legate ad attività più tecniche.

Vivencia

La prima parola non esistente (e tuttavia la più usata in biodanza) è VIVENCIA, che italianizzato potrebbe suonare come VIVENZA o VIVENZIA. Questo neologismo d’origine spagnola definisce l’esperienza interiore vissuta intensamente nel momento presente. La Vivencia è soggettiva ed è espressione psichica della funzione di connessione alla vita. Gli esercizi e le danze sono creati appunto per ‘Vivenciare’, cioè per suscitare emozioni e stati d’animo capaci di trasformarci. È la percezione intensa e commovente del fatto di essere vivi, stato psichico che in realtà coinvolge tutto il corpo.

Linee

Rolando Toro ha elaborato cinque linee, comuni a tutte le persone, il cui sviluppo è legato ad esperienze che viviamo nella prima infanzia e che dimentichiamo crescendo, ma che segnano per tutta la vita il nostro comportamento e la nostra salute esistenziale.

Vitalità

Legata alle prime esperienze di movimento e di sensazione dell’energia vitale.

Sessualità

Legata alle carezze ed al tipo di contatto fisico ricevuto.

Creatività

Dipende dalla libertà avuta nell’esplorare il mondo e genera la capacità di rinnovare la propria vita.

Affettività

Dipende dal senso di sicurezza e di nutrimento trasmesso da chi ci ha accudito.

Trascendenza

Dipende dall’avere provato sensazioni di armonia esistenziale e di partecipazione all’ambiente.
Rolando Toro ritiene che Biodanza possa riequilibrare il mix di queste linee, che spesso al giorno d’oggi, a causa anche dello stress, risulta in noi disordinato e sbilanciato.

Qui ed Ora

Le Vivencias sono una porta attraverso la quale penetriamo nel puro spazio dell’essere dove il tempo cessa di esistere: siamo ‘qui ed ora’ per sempre. Queste belle parole di Rolando Toro definiscono appunto il concetto del “qui e ora”, ovvero l’attenzione rivolta alle circostanze del presente, in questo luogo ed in questo stesso momento. Ma prima che subentri l’inevitabile delusione per aver investito risorse ed aspettative nell’effimero, ci si deve emancipare individualmente, ossia liberarsi dal conosciuto e da tutto ciò che è pregresso o futuribile; tuttavia, focalizzare “ciò che è” non implica astenersi dal progettare e dal programmare la propria vita o professionalità, tutt’altro. Significa riporre gli orpelli inutili e procedere lievi. Dovunque andremo saremo sempre “qui” e qualunque progetto programmato lo realizzeremo sempre “ora”, perché l’unico tempo vivibile realmente è solo il “qui ed ora”. Sono concetti difficili, però molto importanti per entrare adeguatamente nel mondo della biodanza.

Ronda

Detto con parole semplici in pratica è un girotondo, eseguito per lo più tenendosi per mano, e spesso segna l’inizio delle attività, condotto prevalentemente a suon di musica; si danza armoniosamente tutti assieme in circolo, a volte deformando il cerchio o formando intrecci fluenti, per avvicinarsi ora all’una ora all’altra persona, allo scopo di salutarsi con un sorriso, uno sguardo benevolente.

Condivisione

In biodanza, attività dominata dall’affettività e benevolenza reciproche, è tipico esternare le proprie emozioni, anche profonde, sia verbalmente che con altre modalità espressive. Questo scambio di messaggi sugli stati emotivi č chiamato in biodanza “condivisione”, che spesso è anche un vero e proprio raccontare a voce e con le proprie parole ciò che si prova o si è provato. Infatti, la presenza del gruppo permette al partecipante di sentirsi protetto ed in grado di comunicare agli altri le sue emozioni ma anche le sue difficoltà, i suoi desideri e la sua voglia di cambiamento interiore, Una consuetudine ai settimanali è effettuare una condivisione all’inizio della sessione con riferimento alla volta precedente supponendo che in una settimana si sia ben elaborato il vissuto pregresso.

Ma in pratica cosa si fa?

Come detto s’inizia dunque con un tranquillo girotondo danzante, che introduce a stadi di coscienza più adeguati alle fasi seguenti. Normalmente dapprima si eseguono delle camminate dinamiche, sempre a suon di musica, individuali o a coppie, con varie metodiche. Seguono poi danze di vario genere, senza passi prefissati, che possono coinvolgere una o più persone. Man mano che passa il tempo gli esercizi dinamici si alternano ad altri più statici e più intensi, con le istruzioni (in Biodanza dette “consegne”) ora maggiormente rivolte a favorire la regressione e l’abbandono, per entrare nei meandri più profondi dell’integrazione spirituale che propone Biodanza. Gli esercizi sono innumerevoli e spesso hanno valenze simboliche, assumono connotati quasi di autentiche rappresentazioni rituali, talvolta dal vago sentore tribale. Questi esercizi intensi si svolgono più frequentemente a coppie o a piccoli gruppi, che poi possono fondersi a fine esercizio in un gruppo più ampio, come pure terminare invece in un abbraccio a due, molto sentito e di grande valore affettivo. Le musiche in queste fasi sono solitamente meno ritmiche e più lente. È interessante sapere che tutti i brani sono selezionati accuratamente con tecniche di semantica musicale. Solitamente gli atti conclusivi delle sessioni dei settimanali sono una breve serie di ronde di risveglio alla vita attiva e di saluto. Spesso nel dopo sessione si usa anche condividere cibi e momenti conviviali nello stesso luogo.

Beh, per esempio è tassativo in Biodanza rispettare la consegna del silenzio, cosa che le prime volte riesce difficile, ma serve a favorire l’entrata in sintonia con lo spirito profondo di Biodanza, che solo ad un occhio superficiale può sembrare banale, infantile e senza senso. In realtà la magia di Biodanza risiede proprio nella sua capacità di rendere profonde azioni ed anche gesti assai semplici senza che ce ne accorgiamo. Ma tale profondità presto o tardi entra in ciascuno di noi ed allora si percepisce che Biodanza lavora negli strati non immediatamente percepibili della persona.